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Ritorno al futuro 9/11- Visioni e non previsioni.

Immagine del redattore: Bernadette CaponeBernadette Capone

Quelle che si attribuiscono al film "Ritorno al futuro" non sono previsioni ma "visioni" effettive. Qualcuno ha visto e riportato, descritto e probabilmente trasportato e messo a disposizione immagini che, sedici anni prima del disastro delle Torri Gemelle, hanno consentito di disseminare tra le scene di uno dei più ingegnosi film mai realizzati, segni inequivocabilmente diretti a raccontare in anticipo la tragedia che ha segnato la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra.

L'immagine più significativa non è, a mio parere, quella in cui, subito dopo la partenza di Marty verso il 1985 (Ritorno al futuro 2), si stagliano nitidamente sullo schermo i numeri 9 e 11. Coincidenza, forse, che si verifica in un numero considerevole di famosi film americani prodotti tra gli anni '80 e '90, quindi non attendibile. Anche se l'allargamento dell'immagine sull'insegna a forma di 9 pare non attinente con gli eventi, quindi non casuale e fatta di proposito.

Quindi la scena chiave è un'altra. Quella in cui, nella McFly's Home del futuro (2015), sulla finestra elettronica, compare l'immagine delle Torri Gemelle. Ogni personaggio che partecipa ad imprimere quel frammento di pellicola ha un proprio significato, una propria distinta, fondamentale collocazione che contribuisce a costruire la fotografia indelebile di un'immagine dall'esatto punto di vista in cui è stata vissuta.

Qualcuno era lì, in quel giorno, in quell'istante, e poi è tornato indietro a raccontare.

Il profilo della scarpa di nonno McFly a testa in giù racconta in maniera lampante la vicenda degli sventurati "jumpers", i disperati che cercarono una via di fuga dalle fiamme gettandosi dalle torri giù nel vuoto, regalandosi in questo modo un'ultima chance, e di colui che ne fu tristemente il più famoso: il giovane dalla pelle scura la cui immagine, estratta dalle telecamere con spietata precisione chirurgica, fece in poco tempo il giro del mondo.

Nonna McFly e la figlia di Marty, riprese di spalle, alzano gli occhi al cielo e, in un'ulteriore prospettiva rispetto a quella del nonno, rappresentano i cittadini NewYorkesi che, allibiti e impotenti, assistono in lontananza al disastro epocale che sta avvenendo sotto i loro occhi. Successivamente, addirittura, l'immagine delle Torri Gemelle riprodotta sulla futuristica finestra elettronica "sfarfalla" per un problema di funzionamento e, dal punto di vista di nonno Mc Fly a testa in giù, è l'esatta rappresentazione del crollo che inghiottì i due edifici.

Chi ha consentito che venissero inserite queste scene in Ritorno al futuro non ha "previsto" nulla. Non ha visto nella sfera di cristallo palazzi in fiamme colpiti da aerei; non ha sognato e non è rimasto preda di crisi mistiche o fulminato da visioni confuse da interpretare; non è stato un moderno e sconosciuto Nostradamus, no. Né il membro di una setta segreta di Illuminati che pianificavano l'attacco alle Torri Gemelle già sedici anni prima.

Chi ha partecipato alla stesura della sceneggiatura di Ritorno al futuro era presente in quel momento, mimetizzato tra la folla. Ha vissuto a pieni polmoni quegli istanti di terrore frastornato, illusorio e li ha riportati raschiando il fondo del dramma e di tutti i particolari imprevedibili anche per il più dotato dei chiaroveggenti. Forse ha viaggiato proprio per vivere quel giorno per chissà quale oscuro motivo.

Nessuna coincidenza, nessuna previsione soprannaturale, nessun potere mistico.

Il viaggio nel tempo è già avvenuto e avverrà ancora ed è sempre stato il flusso canalizzatore a consentirlo.






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