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![copertina My Way.jpg](https://static.wixstatic.com/media/ab6b2e_d505582ed7fa4fa18371c435e2f1d866~mv2.jpg/v1/fill/w_440,h_622,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/ab6b2e_d505582ed7fa4fa18371c435e2f1d866~mv2.jpg)
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Quel vecchio giradischi
“My way” di Sinatra l’avevano ascoltata tutti i suoi figli, già in pancia.
Pietro azionava quel vecchio giradischi nel suo ufficio e, dopo aver poggiato lievemente la puntina, accavallava le gambe sul ripiano della scrivania e con la testa reclinata all’indietro sullo schienale della sedia, le mani intrecciate dietro la nuca e un’espressione gioconda dipinta sul viso, rimaneva lì per ore, ad ascoltare quella canzone più e più volte, come non ne fosse mai sazio, come se riuscisse a carpire da quelle strofe il vero senso della felicità.
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Ogni essere umano ha il diritto e l'obbligo di ascoltare la musica che lo rende libero
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