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Il genio sì, ma del fotografo.

Immagine del redattore: Bernadette CaponeBernadette Capone

La "linguaccia di Einstein", come la "V di Churchill", è una di quelle foto che si trasformano in emblema già nell'istante in cui l'immagine è impressa sul rullino e, quindi, immortalata nei ricordi del pianeta. A farla da padrone, in questo caso, è lo stupore. Chi non si è mai chiesto come abbia mai potuto, uno scienziato di fama mondiale, guardare dritto nell'obiettivo e compiere un gesto tanto irreverente? Viene da pensare che sia un falso, una trovata pubblicitaria, una manipolazione spudorata figlia della moderna tecnologia. E invece la foto è genuina; si tratta della reale rappresentazione di un inverosimile aspetto del carattere del padre della relatività, che possedeva, oltre ad una mente geniale, anche uno spiccato senso di ironia. E dietro quella foto c'è una storia da raccontare, forse una delle poche volte in cui Albert non fa bene i conti. È il 1951 ed è la festa per il suo compleanno. Un gruppo di fotografi lo attende all'uscita. Lui è stufo di sorridere come tutte le altre volte, non gli va di mostrare la solita espressione. Sa, però, che ciò che la sua mente sta tramando di fare potrebbe creare qualche problema, far storcere qualche naso. Sono tempi ancora rigidi, quelli. Tempi in cui tirar fuori la lingua è considerato al pari di un atto osceno, per di più se compiuto da un uomo di scienza. Così Albert fa i suoi calcoli e compie quella smorfia credendo di cogliere tutti alla sprovvista, in un istante che nessun fotografo, nemmeno quello attrezzato con l'apparecchio più sofisticato per l'epoca, sarebbe stato in grado di cogliere. E invece dall'altra parte c'è un tale, chiamato Arthur Sasse, che ha una prontezza imprevedibile e, con uno scatto fulmineo, riesce a prelevare quell'immagine con precisione chirurgica, in quella inafferrabile frazione di istante cui la lingua raggiunge la massima estensione. Così il genio si arrende al cospetto della velocità e, accettata con lealtà la sconfitta, reagisce alla pubblicazione della foto con la richiesta di ottenerne alcune copie da regalare agli amici ed utilizzarle come originale regalo per le feste. Un tripudio di genialità e ammirevole ironia.

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